(Martedì 8 febbraio 2000)
La generazione dei trentenni “senza lode”
analizzata nel libro di Pellizzari
Nella libreria “Culture” si è svolta la presentazione del libro di Tommaso Pellizzari, Trenta senza lode . All'incontro, organizzato dal club “I ragazzi di via
Zecca” presente con il presidente Lillo Romeo d'intesa con il Kiwajunior rappresentato dal presidente Francesco Garaffa, sono intervenuti anche il presidente del Consiglio regionale Giuseppe
Scopelliti, il sindaco Italo Falcomatà ed i giornalisti Sandro Tito e Mario Meliadò. Nel suo libro, Pellizzari analizza i trentenni d'oggi sotto molteplici angolazioni: una generazione trascorsa
troppo velocemente, “dal cavallo a dondolo al computer”, caratterizzata dall'incertezza nei rapporti interpersonali e dove l'identità del giovane sembra essere completamente mutata. In Trenta senza
lode , citando il direttore della School of Economics di Londra, Giddens, viene rilevato che «l'identità in passato si sviluppava in contesti di attività locali e in funzione di modelli di
appartenenza al gruppo, relativamente definiti” e ora invece “avere un'identità vuol dire scoprire chi si è attraverso ciò che si fa”. Quindi un cambiamento del senso d'identità, dall'essere al fare
e all'emulare; secondo gli psicologi l'identificazione, che è il sano processo che costituisce la persona, è stata invece rimpiazzata dalla tappa precedente, ovvero l'imitazione. Ma quello scaturito
dal dibattito, in cui fra l'altro è emerso che i rapporti interpersonali “tendono ad essere incerti” e l'identità del giovane “sembra essere completamente cambiata”, è stato un ritratto dei trentenni
non del tutto negativo: una generazione che ha vissuto due grandi rivoluzioni, quella della comunicazione e dell'informatica, che hanno cambiato radicalmente i parametri di riferimento. Al punto che,
secondo Pellizzari, “i mostri del comunismo sono diventati quelli del capitalismo senza che si sia potuto analizzare sufficientemente il problema. Una generazione che, pur avendo delle
caratteristiche in comune, è solo un gruppo nato nello stesso periodo”. Pur se permeato da una venatura pessimistica e da un'imperitura volontà alla ricerca di un cambiamento, l'intervento di
Pellizzari si è concluso con un monito al mondo giovanile: cambiamo il modo di cambiare.
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