(Martedì 25 gennaio 2000)
“Trenta senza Lode”, la generazione X difesa da Tommaso Pellizzari
Tommaso Pellizzari, giornalista di “Sette” il supplemento del Corriere della Sera, sarà ospite sabato prossimo nei locali della libreria “Culture” per presentare il
suo ultimo libro “Trenta senza Lode”, un'opera che nelle intenzioni dell'autore vuole essere una sorta di autodifesa di una generazione assai disprezzata: quella degli anni Ottanta e Novanta.
L'iniziativa, che avrà inizio alle 17.30, è stata promossa ed organizzata dal club “I Ragazzi di via” e dal Kiwanis Junior. Vi prenderanno parte, tra gli altri, anche Sandro Tito caposervizio della
redazione reggina de “Il Quotidiano della Calabria”; Mario Meliadò, responsabile della redazione reggina de “Il Domani della Calabria”; Giuseppe Scopelliti, presidente del Consiglio regionale;
Francesco Garaffa, presidente del Kiwanis Junior e Lillo Romeo, presidente de “I Ragazzi di via Zecca”. In una nota diffusa dagli organizzatori si sottolinea come nel suo libro Pellizzari parli «di
tre differenti generazioni che schematizza riprendendo una abusatissima etichetta resa celebre dallo scrittore Douglas Couplad nei “Maturi”, nei “Boomer” e nella “Generazione X”». In sintesi queste
tre generazioni vengono suddivise in tre fasce: alla prima appartengono i nati dal 1905 al 1945; alla seconda quelli nati tra il '45 e il '65 e alla terza, infine, quelli venuti alla luce dopo il '65.
«Secondo Pellizzari - si legge ancora nella nota - i primi sono gli artefici delle grandi guerre e del benessere economico; i secondi, invece, della modernizzazione culturale, mentre i terzi faticano
ancora a trovare una propria identità in quanto li si addita come quelli ...delle discoteche, degli abiti firmati, delle macchine di lusso, delle Timberland delle Burlington». Eppure, a detta di
Pellizzari, il bilancio di questa cosiddetta Generazione X non è poi così negativo come, invece, si vuol far credere. «È sicuramente una generazione che non vede le cose in maniera manichea, come se
tutto fosse bianco o nero. Tuttavia si accorge delle sfumature. È una generazione anche che avverte il disagio di un'epoca in cui sono innegabili le difficoltà occupazionali, le incertezze
ideologiche, le difficoltà relazionali, che come dice lo studioso Gellner, hanno sostituito le catastrofi naturali». Insomma, i giovani degli anni Ottanta e Novanta forse non sono stupidi
«consumisti, superficiali e disimpegnati, anche se la storia degli ultimi anni, testimonianza delle generazioni, sembra essere scaduta dai decenni della contestazione a quelli del riflusso e del
disimpegno».
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