Diario dal Niger
Martedì
25.07.2006
Volo Alitalia da Palermo per Roma tutto OK, puntualissimo, anzi
qualche minuto in anticipo. Atterriamo a Roma alle 12:00. Dopo un
lungo peregrinane per cercare i banchi dell'Air Maroc capisco che a
Roma non ci sono... Così dopo un'ora d'inutili giri mi fornisce la
preziosa carta d'imbarco un anonimo banco tipo "Aeroporti di Roma".
Partiamo puntuali alle 13:50 e arriviamo puntualissimi alle 16:50 del
Marocco cioè le 18:50 italiane. Volo tutto OK. Comincia la lunga
attesa, non mi va di mangiare nulla, ma alla fine prendo un piatto di
verdure lesse verso le sette, per ammazzare il tempo leggo/studio e mi
faccio volentieri qualche birra. Nell'attesa ho l'occasione di
intrattenere una piacevole chiacchierata di una trentina di minuti con
Leo Gullotta, che si trova in zona per girare un film, è una persona
veramente cordiale. Finalmente si fanno le 22:50, ma il volo ritarda
il decollo di venti minuti per un problema con alcuni bagagli,
partiamo dunque alle 23:10. Volo OK, ma atterraggio decisamente brutto
per colpa di un temporale di prima categoria che si trova su Niamey,
comunque atterriamo, cominciano le lunghe e interminabili code per i
controlli della dogana, si devono fare tre file diverse: la prima per
i passaporti, la seconda per le vaccinazioni e la terza per i bagagli.
Finalmente finisco e all'uscita dall'aeroporto trovo Kossì (un amico
di Umberto Palma di Niamey), con un foglio in mano: "Mr. Cannavò", mi
da una mano col borsone e mi accompagna alla missione col furgoncino
Toyota di proprietà della missione stessa. Ci diamo appuntamento per
l'indomani alle 10:00. Sono l'unico viaggiatore-ospite della sera, mi
sistemo in camera e poggio testa sul cuscino alle 06:30, che in Italia
sono le 07:30. Sono distrutto.
Mercoledì
26.07.2006
Mi sveglio alle 09:00 ora locale e faccio una doccia, ovviamente non
ho bagno né servizi in camera, ma sono in comune, è una missione non
un albergo... Alle 10:00 puntuale arriva Kossì e partiamo per una
lunga giornata. Per primo ci rechiamo in banca a cambiare il denaro,
cambio 200 Euro e mi danno 129000 Franchi CFA, dovrebbero essere più
che sufficienti. Quindi ci spostiamo alla stazione dei pullman a lunga
percorrenza, facciamo il biglietto per il giorno dopo, costa 12400
Franchi CFA, quindi ci rechiamo alla sede della DHL di Niamey... E qua
comincia il bello. Il dirigente ci dice che proprio questa mattina la
targa è stata consegnata alla Missione Cattolica di Niamey, chiedo
spiegazioni e mi dice che la Missione Cattolica di Niamey "la deve
controllare" e "poi la spedirà" a sua volta alla Missione di Zinder.
Chiedo spiegazioni cercando di far capire al tipo che noi abbiamo
spedito dall'Italia la targa a Zinder e non si capisce perché
l'abbiano consegnata a Niamey, lavandosene, di fatto, le mani. Mi
accorgo che è perfettamente inutile cercare di spiegare e per tutta
risposta il tipo mi presenta una bella fattura di 200 Euro (per la
precisione 128000 Franchi CFA), per oneri doganali, interessi, spese,
accessori, ecc. ecc... Mi rifiuto assolutamente di pagare visto che
già in Italia ho sottoscritto personalmente un'impegnativa per il
pagamento degli oneri doganali a carico del mittente e dico di mandare
alla DHL Italia la fattura e poi si vedrà... Comincio a sentirmi preso
per i fondelli... Andiamo alla Missione Cattolica di Niamey e in
effetti la targa era stata consegnata poco prima, la confezione
esterna è completamente strappata e anche il cartone, in alcuni punti
ci sono le tavole su cui poggia la targa scoperte, speriamo non sia
danneggiata anche all'interno. Parliamo con i titolari della Missione
e ci portiamo la targa via, firmo una liberatoria alla Missione e mi
accollo tutti i rischi del mondo. Torniamo alla stazione SNTV e
facciamo un biglietto supplementare per la targa, costa 5800 Franchi
CFA, lasciamo la targa in stazione e spero di trovarla sul pullman
domani. Sono esausto, Niamey è veramente Africa, per intenderci quella
che si vede nei documentari, si vive per terra, tutti vendono di tutto
ai bordi sabbiosi delle strade e poche sono le strade asfaltate, quasi
tutte sono di sabbia e anche piene di liquami che certo non saranno
Ferrarelle, inoltre ci sono animali e bambini liberi dovunque che
attraversano continuamente la strada e combinano un caos pazzesco, per
le vie si vede di tutto: carretti, carrozzelle, biciclette, camion,
trattori, mezzi artigianali spinti a mano, gente senza mani, senza
gambe, ecc. ecc... Sono le 13:30 circa, mi faccio lasciare da Kossì al
ristorante italiano di Niamey, si chiama "Le Pilier", che è
effettivamente di proprietà di un italiano, ma che attualmente è
tornato in Patria. Pranzo con insalata di pomodoro e rucola, caponata
di melanzane e ravioli alla ricotta, è tutto buonissimo, sembra di
stare in una delle tante trattorie di Via Etnea a Catania. Prendo
anche due "Niger Beer"... Non male. Pago 8000 Franchi CFA e attendo
che Kossì torni, del resto è l'unico giorno che devo pranzare da solo,
se consideriamo che domani raggiungo Umberto a Zinder. Ci rimettiamo
al lavoro e andiamo al consolato italiano, il Viceconsole mi riceve
molto felice, è al corrente della nostra iniziativa, ma si scusa di
non poter partecipare personalmente all'inaugurazione perché sta
partendo per la Svizzera e tornerà a Niamey a fine settembre. Mi
chiede di inviargli documentazione cartacea e informatica per
allertare l'Ambasciata Italiana in Costa D'Avorio, ma solo a scopo
informativo - documentativo. Mi mostra tutto il suo gradimento per la
nostra iniziativa e si congratula fortemente col Kiwanis Junior
Distretto Italia per averla portata a compimento, ci risentiremo.
Usciamo dal consolato alle 17:00 circa e i residenti della Missione mi
portano a vedere alcune "piccole" strutture di proprietà della
Missione stessa, tra cui una stazione radio privata e l'internet point
più veloce e affollato della città. Torniamo alla zona residenziale
alle 18:50 circa e comincio a scrivere questa e-mail... tra le altre
cose oggi ho visto la sede del Rotary Club di Niamey... mah! Stasera a
letto presto, visto che il pullman domani parte alle 04:30 del
mattino... Foto non ne ho ancora fatte, aspetto di arrivare a Zinder,
oggi ho avuto da fare tutto il giorno come un matto, abbiamo
attraversato la città almeno tre - quattro volte in lungo e in largo,
se non ci fosse stato Kossì non avrei mai potuto fare tutte queste
cose...
Giovedì
27.07.2006
Saverio, ti scrivo dall'unico internet point di Zinder, la connessione
é lentissima e carissima, ho anche alcune difficoltà a muovermi da
solo in città quindi non so se potrò continuare a scrivere
regolarmente, ma spero di sì. Non c'é modo di allegare le foto.
Sveglia alle 03:00 del mattino, sistemo le ultime cose e partiamo
dalla missione evangelica alle 03:40 con Kossì. Arriviamo
all'autostazione che é strapiena di gente e c'é un caldo pazzesco, si
respira a stento, qua si usa chiamare l'appello dei passeggeri (tutti
avevamo fatto il biglietto i giorni precedenti). Salgo sul pullman ed
é decisamente molto meglio di quello che mi aspettavo, é un mezzo
nuovo, comodo e con l'aria condizionata, sicuramente molto meglio dei
pullman della Scionti in servizio tra Catania e Augusta, che gli
studenti universitari augustani conoscono bene... Partiamo da Niamey
alle 05:40. Il pullman é stracarico, per fortuna l'aria condizionata
funziona bene, il viaggio é veramente lungo e stancante, quasi
interminabile, arriviamo infine a Zinder alle 18:00 circa dopo diverse
fermate in città intermedie dove per fortuna sono scesi alcuni
passeggeri alleggerendo un po' la confusione a bordo. All'autostazione
di Zinder trovo Umberto Palma e Landidì che mi aspettano, scarichiamo
la targa e il mio bagaglio e partiamo in macchina direttamente alla
volta della Missione per lasciare la targa, vedo per la prima volta,
ma solo per un attimo, la nostra scuola, sono emozionatissimo...
Lasciamo la missione e ci dirigiamo a casa di Umberto, mi sistemo e
vado a fare una doccia, c'é un caldo insopportabile, ci sono dovunque
dei gechi enormi "katangaré" con la coda e la testa di colore
giallo... Ceniamo insieme e vado a letto letteralmente in pezzi, per
fortuna il viaggio é finito, domani si comincia a fare sul serio. A
voi in Italia un caro saluto, spero di rappresentarvi nel migliore dei
modi, in tutte le situazioni che si prospetteranno nei prossimi
giorni.
Venerdì
28.07.2006
Sveglia e colazione a casa di Umberto, si dorme male a causa del caldo
terribile, inoltre alle quattro del mattino i due muezzin di due
moschee vicinissime a casa nostra cominciano a chiamare i fedeli alla
preghiera e fanno a gara a chi deve urlare di più... La mattina
riceviamo alcune persone, che vengono a chiedere varie cose, qui c'é
bisogno veramente di tutto. Usciamo di casa e mi comincio a rendere
conto delle reali condizioni del luogo, Zinder é una città di
duecentomila abitanti formata da case di fango seccato al sole,
ovviamente esiste solo il piano terra, le strade non sono asfaltate,
salvo le due o tre vie principali, e sono per lo più ricoperte di
sabbia desertica, come tutto qui. La fognatura é formata da un
canalone a cielo aperto che passa lungo il bordo di ogni strada e in
cui ogni casa versa direttamente i propri liquami, per le strade c'é
un fetore insopportabile, quando piove poi, si allaga e si mischia
tutto: liquami, sabbia, spazzatura (ce ne sono enormi cumuli dovunque)
e i bambini giocano nudi e scalzi per le strade, la situazione
igienica é veramente critica. Alcuni giorni fa é morta una bambina
adottata dall'Associazione Malam Mourna per colera fulminante, e qui
questo tipo di morti ricorrono spesso, sopratutto nei più piccoli.
Andiamo in ospedale per visitare alcune persone bisognose di un
intervento chirurgico oculistico (che viene pagato dall'Associazione
Malam Mourna), curiosamente é molto in voga da queste parti un
chirurgo cinese, una semplice operazione di cataratta costa 40000
Franchi CFA, circa 60 Euro, ma non li possiede nessuno. Dopo
l'ospedale ci rechiamo al centro medico-sociale per verificare le
medicine occorrenti (che sono rifornite dall'Associazione Malam
Mourna) e prendiamo nota. Continuiamo la mattinata con un appuntamento
presso un negozio di granaglie per acquistare alcuni sacchi di riso
per l'associazione dei poliomielitici/paraplegici in carrozzella. Sono
presenti alcuni rappresentanti dell'associazione, sono persone che
hanno perso completamente l'uso delle gambe e che camminano
strisciando con le braccia, stringo la mano a tutti, ma sento una
stretta fortissima al cuore, mentre scambiamo alcune parole penso che
in occidente un vaccino contro la poliomielite costa tra i 20 e i 30
centesimi di Euro... Concluso l'acquisto ci rechiamo alla Missione
Cattolica, dove finalmente apriamo il cassone di legno della targa,
fortunatamente é arrivata tutta intera, ci mettiamo a discutere con il
capo cantiere circa il posizionamento della targa sulla scuola. Fatto
questo parlo con uno dei preti (il più giovane, con cui facciamo
amicizia) per definire la data e i dettagli della presentazione
ufficiale dei lavori che sarà domenica 30 luglio alle ore 17:00 circa,
mentre durante la Santa Messa del mattino verremo ringraziati
ufficialmente di fronte tutta la comunità locale. Sono orgoglioso di
fare parte del Kiwanis Junior Distretto Italia e riesco a fatica a
contenere l'emozione, le suore della Missione sono letteralmente
impazzite dalla gioia e non fanno altro che ringraziarmi (e
ringraziarci) continuamente per la realizzazione del progetto. Mi
spiace solo di non aver conosciuto Suor Dolores, che, comunque, prima
di partire, ha delegato ufficialmente una sorella per gestire i
rapporti con noi. Penso che l'anno prossimo si debba necessariamente
provvedere per inviare nuovamente un nostro rappresentante quaggiù, i
lavori della scuola non sono, infatti, completamente ultimati e gli
arredi sebbene siano stati regolarmente ordinati saranno consegnati a
settembre, comprese le macchine per il laboratorio di falegnameria,
che risultano particolarmente costose. Del resto anche noi dobbiamo
inviare altri 4500 Euro per chiudere con i versamenti, mentre i 4000
inviati di recente non sono ancora arrivati, la sorella delegata
controllerà il conto bancario in mattinata. Usciamo dalla Missione e
torniamo a casa a piedi, camminando in mezzo a "dune" di rifiuti su
cui pascolano le capre e gli altri animali domestici, mangiando
qualcosa qua e là mentre i bimbi giocano spensierati... Ci sono
centinaia di bambini dovunque... Tornati a casa usciamo nuovamente, ma
in auto per andare al mercato. La prima cosa che salta agli occhi é
una confusione indescrivibile di persone, animali (vivi e morti),
frutta di tutti i tipi e ovviamente tantissimi bambini, tutti vendono
qualcosa e le condizioni igieniche degli alimenti sono realmente
inesistenti. Torniamo a casa e, dopo aver pranzato con risotto alla
cipolla, ci prendiamo il meritato riposo pomeridiano. Alle 17:00 ci
rechiamo a Karakara, ovvero al villaggio dei lebbrosi, per una festa
in nostro onore. L'associazione Malam Mourna ha comprato e regalato ai
lebbrosi 25 montoni adulti per essere macellati e distribuiti tra le
varie famiglie, per ringraziare l'associazione il capo del villaggio
(detto in lingua haussa Sarkì e lebbroso anch'egli) ci ha invitati
alla cerimonia di "assaggio del sugo". La festa consiste nel cucinare
una rilevante quantità di cibo per essere consumata in strada,
tuttavia la cosa rilevante é che il Sarkì mangia sempre per primo e
decide se il cibo é buono o meno, decide anche se e quando possono
mangiare gli altri componenti del gruppo ed é l'unico che sta seduto
su una sedia, mentre gli altri stanno in piedi o seduti per terra. In
nostro onore egli ha mangiato il sugo preparato con i montoni regalati
dall'associazione e ha detto pubblicamente che era un'ottima carne, vi
assicuro che non é poco in un contesto sociale in cui questa figura
decide quasi della stessa libertà delle persone a lui sottoposte. Mi
colpisce la particolarità che il Sarkì parla sempre a voce molto bassa
rimanendo seduto e un apposito "banditore" in piedi ripete fortissimo
tutto quello che lui dice. La visita in un villaggio di lebbrosi
richiede veramente tanto fegato, non si tratta certo di un villaggio
turistico, ma di un luogo in cui persone combinate veramente male
cercano in tutti i modi di toccarti e stringerti la mano, ovviamente
molti non hanno più le mani e ti porgono un "moncone" di braccio che
ancora gli rimane, aspettando che tu lo stringa in segno di amicizia,
ho stretto la mano a quante più persone possibile. Terminata la festa
a Karakara ci spostiamo per un altro importante appuntamento,
l'Associazione Malam Mourna ha donato il riso all'associazione dei
poliomielitici (come ho scritto prima), e questi ci aspettano per una
piccola cerimonia di ringraziamento presso la loro sede. Alle 18:00
siamo dai poliomielitici che hanno una associazione con due
laboratori: uno per lavori in ferro e uno per lavori in legno, con cui
cercano di ricavare da vivere, sono delle persone veramente
sfortunate, molti di loro sono deformi e hanno bisogno di qualcuno che
li assista per compiere praticamente qualsiasi azione, la carrozzella
rappresenta sicuramente un valido aiuto per queste persone. Consegnano
una lettera di ringraziamento all'Associazione Malam Mourna e per la
cerimonia della firma offro le mie spalle al Sarkì dei poliomielitici
che accetta di appoggiarsi su di me per firmare. Se la visita al
villaggio dei lebbrosi richiede tanto fegato qui non si scherza
nemmeno... Terminiamo la giornata con una simile cerimonia presso il
centro della tribù nomade e guerriera dei Bororò, a cui l'Associazione
Malam Mourna ha donato alcuni sacchi di riso. L'etnia Bororò conserva
ancora una grande fierezza e continua a vivere in condizione di
seminomadismo, sono gli unici che girano armati delle loro
meravigliose sciabole in città e uno di loro mi ha dato l'onore di
posare con me per una foto. Umberto insiste nel dire che non é una
cosa che capita tutti i giorni che un Bororò accetta di farsi
fotografare con uno straniero. Terminata questa piccola cerimonia (con
la consegna della solita lettera di ringraziamento) riprendiamo
l'automobile e torniamo a casa, é stata una giornata pesante e piena
di impegni. Buonanotte dal Niger.
Sabato
29.07.2006
Come al solito si dorme male, per i motivi detti ieri. Dopo colazione
usciamo per vari impegni, ognuno di noi ha delle cose diversa da fare,
io mi reco alla Missione per definire gli ultimi particolari circa la
piccola cerimonia di consegna dei lavori che si terrà l'indomani
pomeriggio. La sorella delegata mi comunica che sono arrivati sul
conto di Suor Dolores i nostri 4000 Euro e mi ringrazia molto per
quanto stiamo facendo. Passo tutta la mattinata alla missione per
preparare un ricco servizio fotografico sulla nostra scuola, scattando
decine di foto, anche ai particolari. Nel pomeriggio saranno affisse
le targhe, sia quella grande, sia quella più piccola per la
falegnameria. La scuola é bellissima, molto diversa da come l'avevamo
vista nel filmato girato da Umberto l'anno scorso, sono veramente
felice. Torniamo a casa, oggi cucino io, preparo un risotto ai piselli
con una base di profumatissimo soffritto di cipolla e aglio, i
commensali dicono che "sono promosso...". Dopo pranzo il solito
riposino, nelle ore più calde non si può uscire nel modo più assoluto,
pena sicura ustione o colpo di calore. Nel pomeriggio ci rechiamo a un
matrimonio di rito evangelico, a cui sono stati invitati Umberto e
Martino, per la verità si tratta solo della festa, perché la funzione
religiosa é già stata celebrata di mattina, in un'altra città.
Restiamo un paio d'ore alla festa, ma ovviamente rifiutiamo con
cortesia qualsiasi cibo offertoci, accettiamo qualche bevanda in
bottiglia sigillata. Tornati a casa alle 20:00 circa ceniamo con pane
e cipolla a insalata, io ho messo anche il peperoncino in mezzo al
pane. Casa nostra non é molto diversa dalle altre descritte in
precedenza, vi sono alcuni confort in più, ma é necessario adattarsi,
si lavora tutti, così anche i lavori di casa toccano una volta a
ciascuno, si lavano i piatti, si cucina, e si fanno tulle le atre cose
necessarie a turno. Dormiamo tutti e tre nella stessa stanza e anche i
servizi sono in comune, per fortuna la doccia funzione bene, anche se
ovviamente non c'é l'acqua calda, del resto serve a poco visto il
caldo terribile che ci affligge giorno e notte. Qualche volta dentro
casa si trovano piccoli animali, gechi o altro, ma non ci si fa più
caso dopo le prime volte, ti addormenti sperando che non ti cada in
testa, ma capita, a volte, di sentire di notte qualcosa camminarti
addosso, qui é normale. Questa é l'Africa. Buonanotte Italia.
Domenica
30.07.2006
Sveglia e colazione come al solito, qui manca la corrente elettrica
quattro / cinque volte al giorno e ci provoca un sacco di problemi
incredibili, spesso va via per alcune ore... Alle ore 09:00
appuntamento presso la Missione Cattolica per assistere alla Santa
Messa, siamo puntuali e mi presento col tesserino-distintivo da petto,
quello come i senior, visto che rappresento ufficialmente la mia
organizzazione, e ne vado fiero. La Messa è un vero spettacolo, canti,
balli, danze tribali e musiche locali accompagnano lo svolgersi della
funzione religiosa, le donne indossano delle vesti coloratissime, che
formano, nel complesso, un grande arcobaleno che danza e si muove per
tutta la chiesa. La funzione si svolge in lingua francese, ma la
predica è tradotta anche in lingua inglese da un altro sacerdote. Poco
prima della conclusione della funzione, subito dopo la comunione, il
sacerdote comincia a parlare del nostro progetto, ma in francese, e
non capisco nulla, se ne accorge dall'espressione del mio viso,
l'altro sacerdote, il più giovane che parla anche l'inglese, prende
allora la parola e comincia a ringraziarci pubblicamente per il nostro
grande lavoro portato a compimento. Mentre continua il suo discorso,
m’invita pubblicamente ad alzarmi in piedi (tutti gli altri sono
seduti) cosicché praticamente tutta la chiesa si gira verso di me e
comincia a battere fortissimo le mani e a ringraziarmi molto
rumorosamente in tutte le lingue parlate da queste parti, tutti
mostrano la loro approvazione e io, vergognatissimo ma felicissimo e
onorato di avere sul petto il distintivo Kiwanis Junior Distretto
Italia rimango in piedi a prendermi applausi per alcuni minuti, il
cuore mi va a mille all'ora e non tardano molto a fare capolino le
lacrime sui miei occhi, è una sensazione cosi forte che mi auguro
possiate provarla presto tutti voi. Non riusciamo a riprendere la
scena perchè siamo tutti impreparati, nemmeno Umberto si aspettava un
"ringraziamento" di questa portata. Terminata la funzione ringrazio il
giovane sacerdote per la gratitudine mostrataci, facciamo subito
amicizia (abbiamo la stessa età), si chiama Wilfred, appuntamento alle
16:00 per la presentazione della scuola. Prima di andare via Wilfred
mi porta a vedere come sono state sistemate le targhe sulla struttura,
finalmente vedo il nostro grande pannello con la scultura dei visi di
Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, nella sua definitiva e ultima
locazione, il suo lungo viaggio è finito... La targa è stata fissata
proprio sopra l'ingresso principale della struttura, con la bandiera
italiana a destra e quella del Niger a sinistra. Ovviamente ne
approfitto per scattare tantissime foto dentro e fuori la scuola, i
lavori eseguiti si vedono, eccome! In questo momento un'ala della
scuola ospita alcune ragazze scout francesi che si trovano qui per un
periodo di cooperazione con la missione. Giriamo sul retro e verifico
come hanno apposto la targa più piccola, quella relativa alla
falegnameria, sono felice: anche il nome di Antonino Scopelliti è ben
visibile e fissato sulla struttura per molti anni a venire. Era questo
che volevamo. Sono orgoglioso di essere italiano e di essere
kiwaniano! Alle 16:00, puntuali, ci presentiamo alla missione io e il
mitico Umberto, c'è veramente un caldo terribile. La cerimonia di
presentazione è stata semplice ma bella e toccante nello stesso tempo,
Umberto si è occupato delle riprese, mentre io e Wilfred abbiamo
parlato di fronte la telecamera a nome delle nostre rispettive
organizzazioni: il Kiwanis Junior Distretto Italia e la Missione
Cattolica delle suore Assunziane di Zinder. Non ho certamente
dimenticato di ringraziare la Fondazione Internazionale del Kiwanis
per il proprio contributo, durante il filmato della presentazione,
tuttavia la pergamena (in italiano, inglese, francese e arabo) che
avevo preparato quale ringraziamento alla Kiwanis International
Fondation è rimasta chiusa nell'armadio di una sorella partita per
Niamey, che farà ritorno alla missione solo a settembre. Chiedo e
ottengo da Wilfred che al ritorno della sorella venga realizzato e
affisso all'interno della struttura un semplice quadretto, e che di
tale quadretto mi venga spedita una fotografia. Stessa sorte della
pergamena è toccata alla carpetta contenente i disegni inviati dai
bambini delle scuole medie di Augusta ai loro "colleghi" di Zinder.
Giriamo due filmati, uno sul retro della struttura, nei pressi della
falegnameria e uno sull'ingresso principale. Al termine cominciamo con
le foto di gruppo, distribuisco tutti gli adesivi del service che ho
in tasca ai bambini presenti, erano felicissimi... Eh vai! Foto a
volontà! Un sogno meraviglioso è divenuto realtà! Anni di lavoro
condotto da tante persone volenterose in Italia sono stati ampiamente
ripagati in Niger. Molte grazie a tutti voi per averci creduto e per
aver permesso la riuscita di questo ambizioso progetto. Siamo
d'accordo con Wilfred che ci vedremo nuovamente domani pomeriggio,
egli vuole scrivere e consegnarmi una lettera ufficiale di
ringraziamento indirizzata al Kiwanis Junior Distretto Italia da parte
della Missione Cattolica, gli dico di scrivere in inglese. Dopo tanti
saluti e ringraziamenti andiamo via, vorrei collegarmi ad internet, ma
l'unico centro di collegamento alla rete è chiuso. Torniamo a casa col
cuore colmo di gioia, troviamo ad aspettarci davanti alla porta una
famiglia con un bambino veramente combinato male, ha l'intera
superficie del capo ustionata e infetta, non è uno spettacolo bello a
vedersi, ma cerchiamo di prestare le primissime cure, domani
prenderemo tutte le medicine occorrenti in farmacia, per adesso
utilizziamo quanto abbiamo in casa e regaliamo al bimbo due cappellini
per coprire il capo dall'esposizione diretta ai raggi solari... Finito
col bimbo, la meritata doccia, un'ottima cena a base di verdure lesse
e dritti dritti a letto. Ciao Italia.
Lunedì
31.07.2006
Sveglia e colazione come di consueto: biscotti vari, marmellata, miele
e caffé, ma si tratta, per prudenza, di prodotti di origine italiana o
francese. Usciamo e provo nuovamente a collegarmi ad internet: ancora
chiuso (???). La mattinata passa velocemente per una serie d’impegni
dell'associazione Malam Mourna, andiamo ai servizi sociali del comune,
in farmacia, alle poste e quindi dall'Halagi. Halagi é un titolo
onorifico conferito ai pochi che possono permettersi di recarsi in
pellegrinaggio alla Mecca, questo in particolare é un ricco
commerciante di granaglie, quello da cui l'associazione Malam Mourna.
compra abitualmente il necessario da distribuire in città per i propri
obiettivi. Praticamente al ritorno dal pellegrinaggio tutti cominciano
ad appellarti "Halagi" al punto che diviene il nome abituale della
persona. Ci rechiamo all'ospedale ginecologico / ostetrico costruito
dalla cooperazione italiana nel 1990, per visitare una persona che
necessita di un intervento chirurgico. Torniamo a casa e cucina
Umberto, i nostri pasti sono bene o male sempre uguali, ovvero basati
sugli stessi ingredienti, considerato che possiamo mangiare una
cerchia ristretta di prodotti, per di più dopo una lunga cottura. Dopo
pranzo riposino per evitare le ore caldissime e alle 17:00 torno alla
Missione Cattolica dove mi trattengo con Wilfred che mi legge la
lettera indirizzata al Kiwanis Junior Distretto Italia, sono veramente
felice. Torniamo a casa, dopo aver consegnato le medicine al padre del
bambino ustionato ricevuto il giorno precedente. Domani sarà un giorno
veramente importante perché alle 10:00 saremo ricevuti dal Sultano per
ringraziarci di quanto fatto a Zinder. A domani Distretto Italia!
Martedì
01.08.2006
Sveglia e colazione come sempre, tanto per cambiare manca la corrente
elettrica. Riceviamo alcune persone a casa e alle 09:45 ci rechiamo in
ambasceria ufficiale presso il Palazzo del Sultano. Anche in questo
caso indosso sopra la camicia il distintivo ufficiale del Kiwanis
Junior Distretto Italia, sono qui per rappresentare il nome e gli
interessi della mia organizzazione e cerco di farlo nel migliore dei
modi in tutte le circostanze. Arriviamo in dieci minuti al palazzo del
sultano, una costruzione in caratteristico stile "Haussa", di una
certa sontuosità, all'esterno vi sono dei decori dai colori
sgargianti, mi colpisce un’enorme spada che é dipinta proprio sopra
l'ingresso del palazzo. Ci accoglie il capo delle guardie, sotto il
suo "bubù" (la larga tunica che indossano da queste parti) traspare
bene un grande pugnale inserito nella cintura, ci conduce alla sala
dei ricevimenti, ci togliamo le scarpe ed entriamo. Il sultano é un
omone alto e dalle spalle larghe, ostenta un portamento fiero
nonostante un ictus cerebrale lo abbia quasi paralizzato nella parte
sinistra del corpo, ci fa fare 30 minuti buoni d’attesa, ma poi si
scusa. Il colloquio é cordiale, solamente noi abbiamo il diritto di
sedere sulle poltrone della sala, mentre i suoi inservienti e le
guardie (compreso il capo) siedono per terra. Parliamo della nostra
attività a Zinder, compresa la scuola KJ e ci ringrazia tantissimo per
il nostro operato, al termine del colloquio ci consente anche di
scattare alcune foto e ci accompagna fuori dal palazzo. Il sultanato
di Zinder é uno dei più importanti e influenti dell'Africa
occidentale. Visitiamo l'antica piccola moschea attigua. Pranzo (come
al solito cucina Umberto) e solito riposino. Pomeriggio la scena si
ripete, pressappoco negli stessi termini al comune col Sindaco, anche
il colloquio tocca gli stessi temi e ci prendiamo i ringraziamenti,
indosso sempre il distintivo KJ e parliamo anche della scuola
realizzata da noi. Usciamo dal comune alle 17:00 e ci rechiamo in
farmacia a caricare un’enorme quantità di medicine da donare ai
servizi sociali comunali il giorno seguente, mentre siamo in farmacia
subito fuori si raccoglie una gran folla di lebbrosi che aspettano
solo che usciamo per chiedere elemosina, cerchiamo di dare quanto
possiamo e ripartiamo. Ci fermiamo alla missione cattolica dove vado a
trovare Wilfred, mi riceve e mi consegna la proposta di finanziamento
di un nuovo progetto diretta all'attenzione del Kiwanis Junior
Distretto Italia, faccio presente, molto cortesemente, che io posso
solo prendere la loro proposta e portarla in Italia in sede di
riunione del C.d'A., ma non ho alcun potere decisionale circa l'esito
di tale proposta che comunque avremo cura di comunicare in ogni caso.
Torniamo a casa e troviamo il solito caso disperato, questa volta é
una nonna con un bimbo in braccio in stato di semi-torpore, si tratta
di malaria, facciamo presente alla signora che non possiamo fare
assolutamente nulla per aiutarla e le raccomandiamo di portare
immediatamente il bimbo in ospedale, prima arriverà in ospedale e
maggiori saranno le possibilità di sopravvivere alla malattia. Da
queste parti la malaria é veramente una piaga crudele, ogni giorno si
sente di persone che muoiono di malaria... Doccia, cena con verdure
lesse (che voglia di pizza!) e buona notte Italia.
Mercoledì
02.08.2006
Colazione come al solito, alle 09:00 riceviamo un ragazzo senza gambe,
si chiama Raschid a cui l'Associazione Malam Mourna ha donato una
carrozzella per poter spostarsi autonomamente, é contento, facciamo
alcune foto e quindi va via col suo nuovo mezzo di locomozione,
praticamente una parte del suo corpo. Facciamo una visita a due scuole
in fase di costruzione finanziate dalla Chiesa Evangelica Italiana,
sono contento perché ognuno fa quello che può. La rimanente parte
della mattinata la impieghiamo in visite "turistiche". Visitiamo per
primo il quartiere "Birnì", una zona caratteristica di stretti vicoli
che passano tra capanne di paglia e costruzioni di fango in tipico
stile haussa, alcune veramente ben conservate, ovviamente i bambini,
le capre e le pecore ci accompagnano per tutto il tour... Birnì si
trova appena fuori il centro di Zinder. Torniamo in città e ci
rechiamo a vedere l'antico quartiere "Zengou", composto da case di
fango con alcuni colorati e particolari disegni geometrici sulle
pareti esterne, scatto diverse decine di foto tra un quartiere e
l'altro. C'é un caldo veramente asfissiante, si respira a fatica.
Torniamo a casa, pranziamo, tocca a me lavare i piatti. Alle 16:00
circa provo nuovamente a collegarmi e stavolta l'unico centro internet
il "Cybercafe Kandarga" é aperto e c'é anche la corrente elettrica in
città, due condizioni indispensabili per potervi descrivere il mio
viaggio. Alle 19:00 assisto anche alla preghiera islamica che si tiene
anche per le strade, in delle piazzole appositamente predisposte e
rivolte in direzione della Mecca. Torno a casa e ceniamo con patate e
cipolle lesse ultracotte. Bella giornata. Buonanotte in Patria.
Riccardo R. G.
Cannavò
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